GESTIONE DELL'ANSIA

L’ansia è una risposta emotiva collegata ad una paura cosciente, accettabile, che maschera una preoccupazione più profonda e meno accettabile.

mANIFESTAZIONE DELL'ANSIA

Può manifestarsi con una serie di sintomi somatici come ad esempio: accelerazione del battito cardiaco, sudorazione eccessiva, rossore al viso,vertigini, nausea, perdita o aumento dell’appetito e tremori.
Per contrastare la spiacevolezza di questo vissuto, la persona può mettere in atto una seri di comportamenti volti ad evitare e controllare tutte quelle situazioni fonte di agitazione acuta., risulta chiara la dimensione autolimitante del soggetto.
Paradossalmente, nel percorso terapeutico, le persone si sentono a loro agio ruminando i pensieri ansiogeni perché in questo modo si distraggono da pensieri e immagini catastrofiche la cui elaborazione comporterebbe sofferenza.

Il trattamento terapeutico mira a far acquisire al paziente delle tecniche per imparare a gestire il sintomo mentre si lavora sulla causa e sulla sua elaborazione.
In situazioni particolarmente difficili può essere utile l’aiuto farmacologico che aiuta il soggetto a sentirsi più sereno e ad essere maggiormente collaborativi nel percorso psicoterapeutico.

ATTACCHI DI PANICO
E
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

1 . Attacchi di Panico

Sempre più spesso le persone riferiscono di essere afflitti da attacchi di panico, i quali limitano in maniera pesante la vita quotidiana. Gli attacchi di panico durano generalmente solo alcuni minuti ma causano alla persona una notevole angoscia in quanto i sintomi percepiti a livello fisico sono intensi e riguardano: senso di soffocamento, vertigini, sudorazione tremore e tachicardia ed una sensazione di morte imminente.

Dal momento che gli attacchi di panico sono ricorrenti, la persona sviluppa una forma secondaria di ansia anticipatoria preoccupandosi di quando e dove avverrà il prossimo attacco. E’ chiaro che si instaura un circolo vizioso della paura sulla paura, per cui le uscite di casa ed i momenti di svago vengono ridotti per l’ansia derivante dal timore che possono verificarsi nuovi attacchi.

Questo tipo di disturbo può apparire privo di contenuti psicologici, cioè,gli attacchi di panico possono venire “fuori dal nulla” senza apparenti fattori determinanti di tipo ambientale o intrapsichico per cui il lavoro terapeutico deve concentrarsi sulle distorsioni percettive e sul far emergere il significato del sintomo del panico nella vita della persona al fine di trovare alternative funzionali.In alcune situazioni specifiche, dove la sintomatologia “blocca “ e impedisce l’andare avanti con il lavoro terapeutico, può essere efficace un supporto farmacologico mirato e temporaneo atto a tranquillizzare la persona affinchè possa lavorare efficacemente con il terapeuta alla risoluzione della propria situazione di disagio.

2 . Disturbo Ossessivo Compulsivo

Le ossessioni e le compulsioni sono collegate tra loro ed hanno un rapporto funzionale con l’ansia e l’angoscia.
Le ossessioni vengono definite come pensieri ricorrenti,impulsi o immagini che vengono vissuti come invadenti e insensati.La persona cerca di ignorare o sopprimere tali pensieri o impulsi o di neutralizzarli attraverso altri pensieri o azioni, e si rende conto che le ossessioni sono un prodotto della mente e non vengono imposte dall’esterno.
Le compulsioni invece sono definite come comportamenti ripetitivi in risposta alle ossessioni, conformemente ad alcune regole e in modo stereotipato. Il comportamento mira a neutralizzare o prevenire disagi o eventi e situazioni temute. Comunque l’atto non è collegato realisticamente con ciò che la persona intende neutralizzare o è chiaramente eccessivo. Ne deriva che l’individuo riconosce che il suo comportamento è eccessivo o irragionevole.
I sintomi possono essere molteplici, come ad esempio paura del contatto con le persone, cose o animali , rituali, superstizioni, lavarsi le mani di continuo,contare oggetti,paura di far del male agli altri, controllare di continuo se porte e finestre sono chiuse ecc..
Il trattamento prevede prima di tutto, creare un’alleanza terapeutica con la persona per avvicinarsi pian piano a definire gli stimoli fonte di angoscia. In secondo luogo occorre far emergere gli stimoli interni che possono essere vissuti come disgustosi o vergognosi e di conseguenza difficili da esprimere, non solo per la vergogna ma anche per il timore che possano verificarsi. Risulta necessario anche discutere delle conseguenze temute e pianificare un programma di esposizione agli stimoli fonte di paura per poterli risolvere e portare l’individuo a recuperare uno stile di vita accettabile che per tanto tempo è stato limitato o completamente annullato.

Settori di competenza